Nessun prodotto nel carrello.
La colorazione dei prodotti tessili

La maggior parte delle fibre tessili ha un colore naturale piuttosto smorto, ma i tessuti finiti si devono presentare in una gamma di colori attraenti. Fino a circa un secolo fa i coloranti usati nell’industria tessile erano solamente di origine vegetale, ma dal 1856, quando William Henry Perkin preparò il primo bagno di colore sono stati scoperti e sperimentati centinaia di migliaia di coloranti artificiali. Attualmente se ne trovano in commercio circa 4000. Per dare alla stoffa’ un colore unico ed uniforme si segue il processo di tintura, mentre per dare piú colori al tessuto si segue il processo di stampa.
Le fibre non ancora filate si colorano immergendole in un recipiente forato, in cui si immette il liquido colorante, mentre le matasse di filati sono allineate sospese in un recipiente in cui fa circolare il liquido. Le stoffe tessute si colorano in un apparecchio per tintura che dispiega la stoffa e la porta avanti e indietro nel liquido. Questo metodo è adatto per le stoffe, ma non per quelle di maglia che si tenderebbero troppo sotto lo sforzo. Le stoffe a maglia, generalmente, si colorano per mezzo di una macchina da tintura, in cui un verricello solleva il tessuto dal liquido colorante, per poi immergervelo di nuovo. Il tessuto resterà libero sul fondo del bagno fino a che il verricello non lo ritirerà fuori.
Un tessuto si può colorare anche facendolo passare prima attraverso un liquido colorante, poi sotto l’azione di rulli che spremono il liquido superfluo, ed infine passandolo su cilindri riscaldati o sottoponendolo a vapore in una camera chiusa. Tutti i processi di colorazione che abbiamo sommariamente descritti fin qui si svolgono al punto di ebollizione, o vicino ad esso, perché il calore fissa i coloranti nelle fibre e rende il colore resistente al lavaggio. Di recente sono stati scoperti coloranti reattivi che si combinano chimicamente con le fibre a temperatura ambiente, producendo colori che resistono perfettamente al lavaggio.
I tessuti multicolori si producono o per mezzo di una macchina stampatrice a rulli o per mezzo di uno schermo da stampa (una modificazione della stampigliatura). Il costo altissimo dell’attrezzatura da stampa a rulli rende conveniente il primo dei metodi suddetti solo per grandi quantità di materiale; il secondo metodo si usa invece per quantità minori, circa un migliaio di metri.
In una macchina stampatrice a rulli il tessuto scorre lungo un ampio cilindro orizzontale ruotante, fornito di un certo numero di rulli di stampa, uno per ogni colore da stampare: su ogni rullo sono incise quelle parti del modello che vanno stampate in un particolare colore, e ogni rullo ha la sua provvista di pasta da stampa, denso miscuglio di gomma e di colore; mentre il tessuto passa intorno al cilindro, ogni rullo vi lascia impressa la sua parte di modello. Il tessuto viene poi riscaldato a vapore da 100 a 102 °C (per fissare il colore) e accuratamente lavato (per eliminare la gomma).
Se vogliamo stampare un disegno a più colori sopra un fondo scuro, si può procedere in due modi. Si può colorare di scuro tutto il tessuto, e in questo caso sarà necessario aggiungere alle paste da stampa qualche sostanza che non intacchi i coloranti ma che sia in grado di distruggere (o scaricare) il colorante usato per dare il fondo scuro (questo sistema si chiama di scarico), oppure si può adottare l’altro sistema, quello di stampare il disegno a piú colori su un tessuto bianco, e di dargli in un secondo momento il fondo scuro. Dato che le paste da stampa contengono una sostanza che resiste al fissaggio del colorante usato per il fondo tinta, il disegno stampato non si guasterà (questo processo si chiama di resistenza).
Nel caso si usi lo schermo da stampa, il tessuto si pone ben spiegato sopra una tavola e il disegno a colori viene applicato per mezzo di schermi di seta o di rete metallica. Il tessuto viene poi sottoposto a un trattamento a vapore e al lavaggio.